Calabria Futsal intervista l’allenatore siciliano del Futsal Kroton Marco De Francisci che, raccolta l’eredità di Leto, ha guidato il team giallonero ad una fantastica galoppata culminata con la vittoria della finale play-off in casa della Città di Rende e il conseguente ritorno in serie C1.
Mister Marco De Francisci, chiamato in corsa per raccogliere l’eredità di Marco Leto, hai preso in mano una squadra che non stava facendo male, anzi, ma che senza dubbio nel 2025 ha pigiato il piede sull’acceleratore e ha intrapreso un ritmo importante, tanto da arrivare sul podio e poi vincere i play-off. Raccontaci di questi mesi alla guida del roster giallonero.
Sono stati mesi intensi, vissuti a mille e con poco margine di errore. Quando sono stato chiamato, sapevo di entrare in un contesto già ben strutturato, la squadra aveva una sua identità e un percorso avviato, il mio compito è stato quello di provare ad inserire qualcosa di mio. Abbiamo lavorato molto a livello atletico grazie al nostro preparatore Danilo Ruggiero, ma soprattutto a livello mentale per aumentare la consapevolezza nei nostri mezzi. I ragazzi hanno risposto con una maturità e una fame incredibili, perché arrivare sul podio e poi vincere i play-off non è accaduto per caso, ma è stato il frutto di una crescita collettiva costante, ogni allenamento, ogni partita, sono stati affrontati con il fuoco dentro.
Al di là dei valori tecnici, si può quindi dire che a fine stagione siete stata la squadra che ne ha avuto di più? Parliamo di entusiasmo, fame, corsa…
Assolutamente sì, alla fine, ciò che ha fatto la differenza è stato proprio lo spirito, abbiamo corso, sofferto e lottato… ma sempre tutti insieme e con la testa alta. Ogni giocatore ha messo da parte l’ego per il bene del gruppo, costruendo un’identità forte, un’anima. Quando arrivi ai momenti decisivi della stagione e senti che ogni singolo componente del gruppo è disposto a dare anche quello che non ha, allora capisci che puoi arrivare lontano. E così è stato.
Una squadra che, nel momento decisivo della stagione, ha anche saputo sopperire all’assenza del suo giocatore più rappresentativo, Antonio Viggiano (Top 12 C2/A 2023/2024), il quale ha rimediato un grave infortunio.
La perdita di Antonio è stata un duro colpo, non solo per il valore tecnico, ma anche per quello umano. È un trascinatore, dentro e fuori dal campo. Forse paradossalmente, la sua assenza ha compattato ancora di più il gruppo, tutti si sono assunti una responsabilità maggiore e ognuno ha dato qualcosa in più per lui. Antonio dal canto suo nonostante l’infortunio, non ci ha mai fatto mancare la sua presenza. È stato il nostro uomo in più, il nostro leader silenzioso. La vittoria dei play-off è anche sua.
Calabria vs Sicilia è la sfida infinita: Torneo delle Regioni, campionati nazionali, fasi nazionali di play-off e Coppa: come valuti il livello del futsal calabrese dopo averlo vissuto dall’interno?
Vivere il futsal calabrese dall’interno mi ha fatto capire quanta passione ci sia, quanto lavoro viene fatto – spesso in silenzio – da dirigenti, tecnici e atleti. La Calabria ha un’identità propria, un modo genuino di vivere lo sport, e questo si riflette anche sul campo. Le sfide con la Sicilia sono sempre state ad alta tensione e non è solo campanilismo, sono due regioni che credono molto nel futsal e che vogliono dimostrare il proprio valore. La rivalità sportiva, se sana, è una spinta in più a migliorarsi, credo che negli ultimi anni la Calabria abbia fatto passi da gigante, sia a livello di organizzazione che di competitività, alcune squadre stanno dimostrando di poter stare tranquillamente al passo con realtà più strutturate, e questo è il frutto di un movimento che sta crescendo. Sicuramente c’è ancora tanto da fare, soprattutto a livello di investimenti nei settori giovanili, ma il potenziale è enorme, ho trovato dei palazzetti dello sport davvero all’avanguardia, basti pensare che in Calabria la C1 è una categoria che viene giocata obbligatoriamente al coperto mentre in Sicilia ancora no proprio per la mancanza di strutture, la Sicilia però forse è più avanti dal punto di vista della formazione dei tecnici e del numero di giovani che praticano il futsal. Bisogna continuare su questa strada e credere che il futsal calabrese possa diventare un riferimento anche a livello nazionale.