Carnuccio: “Non vedo l’ora di tornare in sella”

Il tecnico catanzarese si racconta a “L’intervista”

Mister tanti anni spesi a favore di questo incredibile sport: quando ha scoperto questa passione per il futsal e come definirebbe la sua filosofia di gioco?
Intanto ti ringrazio personalmente e colgo l’occasione per ringraziare tutta la testata di Calabria Futsal per l’attenzione che ha avuto nei miei riguardi, ti confesso che il futsal mi ha sempre affascinato fin da quando ero ragazzino. Mi divertivo molto a giocare e poi ad osservare tutte le partite a cui potevo assistere. Da allenatore poi, ne ho fatto un impegno di studio, dal 2016 ho conseguito il patentino di I livello a Coverciano, ho avuto il piacere e l’onore di vedere pubblicata la mia tesi finale sul sito del Settore Tecnico Nazionale, e i contenuti miei lavori vengono tutt’ora riportati in alcune riviste nazionali di futsal; poi insieme ad alcuni amici allenatori abbiamo anche formato un bel gruppo dove ci dedichiamo all’approfondimento ed alla formazione. Mettere in pratica le proprie idee, ed allenare sul campo quanto prepari, ti dà una soddisfazione enorme. Ho sempre pensato, in esperienze di ogni genere, che la costruzione di una filosofia di gioco, che io chiamo identità, sia necessaria ma non risolutiva per ottimizzare il risultato dalla prestazione collettiva. Negli ultimi anni le mie squadre hanno sempre lavorato per avere costantemente il possesso della palla, il dominio del gioco, e l’immediata fase di riconquista. Sempre di corsa, sempre con intensità, senza mai fermarsi, e sempre con quella velocità di pensiero che il tempo e lo spazio ristretto richiede per ogni decisione: ecco la mia filosofia! Contenuti che, tuttavia, devono potersi necessariamente integrare con le caratteristiche dei propri giocatori e, soprattutto, con la strategia della squadra che incontri. A volte devi saperli variare in considerazione dell’avversario e dello sviluppo del gioco, devi saper allenare tutte le situazioni ed aggiornarti costantemente.

Carnuccio a Coverciano durante il corso di Allenatore di Primo Livello

Lei ha allenato sia squadre maschili che femminili: come ha modificato il suo approccio da allenatore in queste due esperienze diverse?
Molto spesso nella gestione del gruppo devi stare attento ai dettagli. Nel maschile hai più tempo per avvertirli e risolverli, nel femminile devi essere pronto e veloce per analizzarli e superarli. Ci sono ovviamente sensibilità diverse che devi saper cogliere. Il gioco è lo stesso, le regole sono identiche, così il campo ed il pallone, ma la tua attenzione deve cambiare: la mia recente esperienza nella serie A femminile mi ha fatto comprendere come l’approccio sia fondamentale.

Tra le avventure sportive, sicuramente rilevante quella della rappresentativa regionale U15: quali sono le sue sensazioni riguardo al lavoro con i giovani? Crede che il futsal giovanile italiano abbia bisogno di qualche stimolo in più?
Di quella rappresentativa ho un ricordo meraviglioso che porterò sempre dentro il mio cuore. Insieme al mio prezioso staff, avevamo costruito un gruppo di ragazzi che si voleva bene tra di loro e che giocava un ottimo futsal. Siamo usciti da quel torneo contro squadre più forti della nostra, ma per un pizzico di sfortuna, ed anche per qualche errore di inesperienza del sottoscritto. Però, credimi, ho ancora davanti agli occhi il pianto di commozione dei miei ragazzi quando a fine gara gli avversari ed il pubblico del palazzetto di Gubbio hanno reso omaggio ed applaudito i nostri ultimi sforzi per esserci battuti con onore sino alla fine! Per questo li abbraccio ancora oggi. Sono sensazioni uniche che solo il lavoro con i giovani ti può dare, e perciò non finirò mai di ringraziare il Presidente Mirarchi ed il delegato Della Torre per l’opportunità che mi hanno dato. Sono convinto che il futsal giovanile italiano sia in fortissima crescita. Grazie alla diffusione, e promozione, sui mass-media (specie in rete), ed alla elevata qualità legata alla presenza di giocatori stranieri nei vari campionati, i giovani hanno un interesse maggiore rispetto a quello di prima.

Nella stagione in corso lei aveva deciso di puntare sul maschile prendendo le redini del Vibo C5, però poi costretto a non iscriversi causa Covid: come ha vissuto questo inaspettato stop?
E’ la prima volta da quando alleno che sono fermo ad inizio campionato. Sono sincero: è stato un trauma sportivo che ho fatto fatica a smaltire per due motivi. Primo, perché a Vibo avevo trovato una società veramente competente, in una realtà che credo meriti rispetto. Persone che saluto caramente e a cui mi legherà sempre il sentimento dell’amicizia e della solidarietà per quanto purtroppo è accaduto. Secondo, perché mi sono ritrovato a dover fronteggiare un pizzico di demotivazione che in queste situazioni credo sia normale. Devo dire che ho avuto anche qualche altro successivo contatto con alcune società sia maschili che femminili, ma non si è concretizzato nulla. Ci tengo però a ringraziare le tantissime persone, Presidenti, dirigenti, giocatori e giocatrici che mi hanno chiamato per attestarmi la loro stima, questo mi ha fatto veramente molto piacere e mi ha fatto superare il brutto momento!

Ad oggi sono già molte le voci sui movimenti di mercato delle società: sperando in un rapido ritorno alla normalità, c’è già qualche certezza per il suo futuro?
Non mi sono mai fermato neanche con il Covid. Chi mi conosce sa che la mia passione è illimitata ed ho approfittato di questo periodo di stop per fare formazione sulle più attuali dinamiche di gioco. Ho seguito corsi, fatto clinic, collaborato con alcuni amici tecnici che mi chiedevano consigli per le loro squadre, mi sono confrontato con loro ed ho studiato per nuovi contenuti da pubblicare. Sai, spero non manchi molto per il mio ritorno in panchina…… non vedo l’ora di rientrare, magari con più forza e più stimoli di prima!!!!  Un abbraccio sincero ed un augurio di vero cuore a tutti per trascorrere questo nuovo anno divertendoci, giocando a futsal, e portando la gente a vedere le nostre partite! Buon 2021!