“La Magic Games Cosenza chiude i battenti” con questo annuncio ieri la società cosentina tramite una nota diffusa alla stampa ed una dichiarazione del proprio presidente Ciccio Reda ha sentenziato la fine di un progetto sportivo che negli ultimi due anni aveva rilanciato in grande stile il calcio a cinque nella città capoluogo. Consentitemi di farlo in apertura di pezzo perché poi non ci riuscirei, di ringraziare il presidente Ciccio Reda per avermi regalato due anni indimenticabili che nella mia bacheca sportiva occuperanno un posto di riguardo e nel mio cuore resteranno indelebili, insieme a lui va il mio grazie a dirigenti, collaboratori, mister Abate, giocatori, pubblico, giornalisti, federazione ed uno particolare al Presidente Nazionale ed amico Fabrizio Tonelli al quale ancora una volta non ho potuto mantenere la promessa di un mio ritorno sui campi della Serie B.Attraverso questo Editoriale mi sforzerò, cercando di essere più riflessivo possibile, nel fare una analisi approfondita di ciò che ormai da decenni si verifica nella città Bruzia.Intanto chi segue i miei editoriali avrà buona memoria nel ricordare ciò che scrissi nell’articolo del 27 Marzo 2013 che oggi suona come una crudele previsione, ad ogni buon fine riporto un passaggio testualmente
<…La città di Cosenza, tra l’altro si appresta a vivere un momento doppiamente storico, infatti sarebbe il primo Campionato di Serie B con due squadre cosentine ai nastri di partenza: il Calabria Ora e la Magic Games. Un evento storico, bello, importante, rappresentativo; che non mi fa onestamente gioire perchè la mia esperienza mi esorta e pensare, ironia della sorte, che potrebbe rappresentare il “de profundis” del calcio a cinque a Cosenza>. Purtroppo e dico “purtroppo” non mi sbagliavo!
Cosa è successo perché si abbattesse questa ennesima maledizione sul calcio a cinque cosentino?
Chi scrive ha visto nascere questo sport a Cosenza, in Calabria ed in Italia, essendone parte attiva sin dal 1977 quando in pochi anzi pochissimi ne conoscevano le regole e potevano lasciarsi ammaliare da una disciplina che ho sempre e considererò sempre tra le più affascinanti.
Per cui mi ritengo custode di successi, insuccessi, conquiste raggiunte ed occasioni mancate.
A Cosenza, non solo nel calcio a 5, ma anche negli altri sports, non vige l’agonismo che pur sarebbe giusto e giustificato ma vige una lotta fraticida subdole, subdole perché non si ha il coraggio nemmeno di manifestarla e dietro gli abbracci e i baci c’è il pugnale di chi non ha mosso un dito per evitare questa o quella disfatta.
L’ho vissuto personalmente sulla mia pelle all’epoca del Cosenza Calcio a 5 che a suon di sacrifici portammo in A1, in B sino ad essere una tra le più anziane società d’Italia. Mi sforzai per anni a mettere intorno ad un tavolo le società cosentine e dell’hinterland al fine di creare un unico e valido soggetto. Sembrava sempre fatta, poi alla fine sorgevano le solite futili perplessità.
Voglio raccontarvi la storia di una mancata fusione tra il Cosenza ed una società di Rende, quell’anno pur di riuscire nell’intento nonostante tra le due realtà non vi era dubbio che il Cosenza Calcio a 5 fosse la maggiore espressione sportiva offrii il nome della società, campo di giuoco su Rende, sponsor ufficiale quello della società rendese, presidenza alla società rendese alla fine mi si rispose dopo un mese di trattativa che la fusione non poteva farsi per motivi “politici” e dire che appartenevamo anche alla stessa area politica!
La fine del Cosenza Calcio a 5 si trascinò dietro la chiusura delle altre maggiori società dell’Hinterland che militavano in C1 ed alcune in B come il Bisignano, il Cosentia, il Città di Rende, la Rendese tutte squadre che erano sedute al tavolo delle trattative.
Quanti anni ci sono voluti per rivedere entusiasmo nella Città Capoluogo?
Direi tanti e la Magic Games e la stessa Calabria Ora erano riusciti a ricreare interesse intorno al movimento del calcio a cinque. Per questo nella loro unione intravedevo un futuro ricco di soddisfazioni e di crescita.
Dopo un iniziale tentennamento convinsi, il meno avvezzo, il mio presidente Reda affinchè si giungesse ad un accordo con Citrigno creando un unico soggetto per il quale i due presidenti avevano anche già scelto il nome “Cosenza Calcio a 5”.
Non mi va di entrare nel merito della validità o meno delle motivazioni del presidente del Calabria Ora nel rinunciare all’operazione al momento finale della firma perché sono stato sempre rispettoso delle decisioni altrui non vi è dubbio però che tutto questo ha seriamente minato nelle motivazioni il presidente Reda soggetto non disposto a recitare ruoli da gregario e che quindi si è di colpo nuovamente ritrovato a dover affrontare da solo un Campionato che se di vertice necessità di costi, organizzazione e logistica non indifferente.
Da qui qualche delusione, giusta o sbagliata, un sostegno ed un affetto che probabilmente il presidente si aspettava anche dalla squadra e che non è arrivato, hanno fatto il resto.
Alla fine mi chiedo Calabria Ora era in D dove si divertiva, è andata “a rompere le uova nel paniere” al Rogliano, ha fatto sparire il calcio a 5 a Rogliano è venuta a Cosenza dove in una conferenza stampa si è aggettivata come unico punto di riferimento per il calcio a cinque cosentino …ed ha chiuso, anzi peggio ha venduto quel titolo che a sua volta aveva acquistato ho avuto dal Rogliano.
Alla fine mi chiedo la Magic Games era in D dove si divertiva, ha voluto lanciare un grande progetto sportivo per arrivare in tre anni in Serie B, è riuscita a farlo in soli due anni, creando entusiasmo ed aspetative …ed ha chiuso.
Alla fine mi chiedo personaggi del calcio a 5 cosentino stavano cercando di acquisire un titolo sportivo addirittura nella Città di Rieti ed invece all’offerta di entrare a far parte di una serie B cosentina hanno risposto picche.
Allora qualcosa su cui discutere e riflettere c’è sicuramente, colpe ne abbiamo tutti, invidie nascoste covano in ogni angolo, e da questo ennesimo fallimento nessuno e dico nessuno amante ed appassionato del calcio a cinque, può chiamarsi fuori, neanche le realtà ancora esistenti sul territorio alcune delle quali oggi tra le più rappresentative hanno vissuto già la chiusura e poi la ripartenza da zero.
Probabilmente, anzi senza probabilmente, nella città di Cosenza non siamo dei buoni costruttori perché abbiamo l’abitudine di voler costruire grattacieli con fondamenta al massimo per tre piani, in sintesi si corre troppo si vogliono raggiungere i traguardi troppo velocemente per poi dissolvere tutto altrettanto più velocemente.
Per fortuna in provincia si programma meglio e la realtà e ben altra con l’Odissea in A2, Mirto, Corigliano e Belvedere in B a rappresentarci dignitosamente ed a trascinare l’intero movimento..
Alla fine però, potrà sembrarvi strano, ma devo assolvere Alfredo Citrigno e Ciccio Reda, che avevano tutta la facoltà per decidere di non continuare. Ma in quanti si sono fatti avanti per rilevare i titoli e continuare l’opera nella città Bruzia: “nessuno”.
Il Calabria Ora ha ceduto il titolo alla provinciale Belvedere dopo averlo offerto ad un ex presidente di una squadra cosentina che ha rifiutato; la Magic Games non ha avuto alcun riscontro all’apertura verso nuovi imprenditori e o appassionati del calcio a 5 cosentino.
Non ho avuto la forza di gioire in quell’editoriale di Marzo, tanto meno ho la forza di gioire oggi, questa volta spero veramente di sbagliarmi anche se ho qualche dubbio, ma per riportare la Città di Cosenza in Serie B e soprattutto per poi restare in Serie B ci vorrà un altro ventennio ed allora sarò vecchio, troppo vecchio per saltare, gridare, abbracciarmi per festeggiare, ma sicuramente avrò la sensibilità di veder solcare il viso da una lacrima di gioia perché il calcio a cinque l’ho avuto nel mio ventre, l’ho partorito, l’ho cresciuto e da buon padre non vorrò mai vederlo morire anche se questa volta so che non è un arrivederci ma un addio.
Saro un sentimentale di altri tempi, non lo so, caro lettore fai un po’ tu, io l’ho sport lo vissuto e mi sforzo a viverlo così …”tu …chiamale se vuoi …Emozioni!”
Paolo Barbarossa