Roglianese, De Marchi: ‘Grazie a tutti per la stima’

Riceviamo e pubblichiamo lettera aperta di Marco De Marchi nuovo componente dello staff tecnico della Roglianese

De MarchiQuesta mattina ho notato uno strano flusso di notifiche sul mio telefono. Non mi spiegavo che fosse successo fino a che non mi sono poi connesso. Vedo la foto e leggo l’articolo. Mi viene subito da sorridere. “Curriculum” ,”Top trainer”, ma di chi stanno parlando? Si la foto è la mia ma poi? Sono un preparatore portieri io. Scusate. Non è falsa modestia. È solo che non sono abituato a cotanta proclamazione. Chi mi conosce sa che ho sempre cercato di tenere un profilo basso. Dico sempre che mi piace essere “professionale” visto che non ci reputano “professionisti” e come tale cerco di comportarmi. Sono stati due anni un po problematici dal punto di vista personale. Un po di problemini….. ma chi non ne ha. Il calcio a 5, o futsal come preferite purchè non mi parliate di calcetto, “è una cosa seria”. Se non posso fare al meglio quello che le persone, società ed atleti si aspettano da me meglio non far nulla a prescindere dalla categoria. Ma poi è arrivata la serie A. Nella mia città. Con i miei colori. Per me che ho girovagato per la Calabria era una occasione da non perdere. Stringiamo i denti e andiamo. Sappiamo tutti come purtroppo è andata a finire. Ho deciso di fermarmi. Pensare ancora solo a me stesso. Ed è proprio da quì che voglio partire. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno fatto squillare il mio telefono. Non farò nomi. Solo le società. La Roglianese. Il Catanzaro C5 Stefano Gallo. La Real Rogit. Il Bisignano Calcio a 5 e certo non ultimo il Corigliano Fabrizio. A queste da associare i vari portieri che mi chiedevano se potevano essere preparati “da privato” o che mi chiedevano se potevamo farmi contattare dai loro presidenti. Grazie davvero per la stima. Ho sempre declinato a malincuore. Pochi stimoli e troppe distrazioni dall’esterno. Poi un giorno mister Sicilia taglia corto e mi dice: ” mandami i documenti che ti tessero”. Troppo imperativo per dire di no. E non ho proprio potuto rifiutare per la terza volta. Così credo di aver trovato l’ambiente giusto per ritrovare gli stimoli necessari a fare bene. Non è la categoria che fa la differenza. Ho allenato portieri da serie A che si mettevano in gioco meno di alcuni ragazzini di D. Tutti meritano la stessa considerazione e lo stesso impegno. Ed è questa la cosa che ho sempre promesso. L’impegno e la dedizione. Poi se son rose….

Ci vediamo in campo.