Non è mai facile iniziare a raccontare una storia, che come spesso capita, non finisce con il lieto fine. In tutti questi anni di futsal, abbiamo visto sparire tante gloriose società, che hanno fatto la storia del movimento calabrese, auspicando di volta in volta che l’evento potesse essere l’ultimo da narrare. Purtroppo la storia si ripete maledettamente e coinvolge una delle società più rinomate, quella che per prima nell’alto ionio cosentino, è stata capace con le proprie forze, di sbarcare nel campionato di serie B.
Per fare il nostro sport bisogna credere che la sconfitta non sia un’alternativa. Che non importa quanto bravi o scarsi siano i nostri giocatori, fondamentale è partecipare con grande fierezza, indipendentemente dal risultato. Anche quando le nostre speranze di vittoria si infrangono contro la realtà e alla fine dobbiamo arrenderci ad essa, significa che abbiamo solo perso una battaglia e non la guerra.
Il Mirto calcio a 5 dice stop e lo fa con grande dignità, ma con un carico di amarezza da far stringere il cuore a gran parte degli sportivi, che in tutti questi anni hanno ammirato lo straordinario lavoro di un gruppo di uomini, che non ha mai lesinato energie per poter ben figurare in tutti i 18 campionati a cui ha preso parte. Nasce quasi per scherzo il Mirto calcio a 5, nel lontano 1997, quando ancora si giocava sui campi in terra battuta, con il pallone normale e con il lancio del portiere che non poteva superare il centrocampo.
Tanti i giocatori che hanno avuto l’onore di indossare la maglia biancoazzurra, che hanno calcato dapprima il campetto dell’Elisir per poi correre su ogni centimetro dello storico “Castello”, terreno sul quale il Mirto C5 ha conquistato ben tre promozioni e tantissime vittorie. Tre anni fa la nuova struttura coperta, nella quale la squadra ha disputato i tre campionati cadetti. Ora l’amaro verdetto, la società Mirto calcio a cinque a nome del suo storico presidente Luigi Salvino, comunica che non prenderà parte al prossimo campionato di serie B. Quando ci si arrende, dopo aver lottato a lungo, una volta che lo fai, e lo fai seriamente, probabilmente dimentichi anche il motivo per il quale hai combattuto.