L’Olimpus omaggia il suo numero 1

Il presidente giallonero Conidi dedica un post al portiere Maggisano, costretto a lasciare l’attività agonistica

Ci sono numeri che raccontano storie. Numeri che si stampano nella memoria e nel cuore. Numeri che non sono solo cifre, ma simboli di qualcosa di più grande.
Il numero 1 è uno di questi.
Un anno fa annunciavamo l’arrivo di Tommaso Maggisano, il nostro “Muro di Berlino”, il guardiano della porta dell’Olimpus. Un veterano, un leader, un uomo che tra i pali non aveva paura di nulla. Parate spettacolari, riflessi da gatto, grinta da vendere. Un portiere straordinario, ma soprattutto un uomo di cuore.
Quel cuore che pochi mesi fa ha smesso di essere solo un simbolo di forza e determinazione, per diventare la sua più grande battaglia.
Una diagnosi improvvisa, la Sindrome di Brugada. Un fulmine a ciel sereno. Un intervento d’urgenza. Un pacemaker. Un verdetto che pesa come un macigno: Tommaso non potrà mai più scendere in campo.
Ma non esiste un campo che può sopprimere l’amore.
Non esiste una diagnosi che può togliere il suo spirito.
Non esiste un regolamento che può cancellare ciò che Tommaso rappresenta per l’Olimpus.
Perché il numero 1 dell’Olimpus è e rimarrà SUO.

Oggi, alla vigilia della partita più importante, l’Olimpus ha consegnato ufficialmente a Tommaso la sua maglia. Non sarà più solo una divisa, ma un vessillo. Un simbolo di resistenza, di lotta, di coraggio.
Perché Tommaso ha parato il tiro più difficile della sua vita. E l’ha fatto con la stessa determinazione di sempre.
Alcuni eroi vincono un derby.
Altri lottano per sopravvivere.
Ma chi dà un senso al calcio, non lo fa solo con i piedi, ma con il cuore.
Questa è la sua partita.
E la sua maglia rimarrà sempre lì, a proteggere la nostra porta.
Perché una leggenda non smette mai di giocare.
E Tommaso Maggisano resterà il nostro numero 1 per sempre.

Fatela arrivare ovunque questa storia. Perché il calcio è vita, e Tommaso è l’esempio più puro di cosa significhi davvero ESSERE una squadra. (F.C. Olimpus)