Riceviamo e pubblichiamo
Il calcio dovrebbe essere uno sport basato su meritocrazia, regole chiare e rispetto per chi lo vive ogni giorno, dai calciatori ai tifosi. Tuttavia,anche quest’anno, la gestione della Lega Calcio continua a dimostrarsi sempre più arbitraria e priva di trasparenza, come dimostrano le recenti vicende che hanno coinvolto la nostra squadra e i suoi tesserati.
Squalifiche Esagerate, Non Motivate e Ingiustificate
Nell’anno calcistico appena concluso abbiamo assistito a una serie di provvedimenti disciplinari assolutamente sproporzionati, che sollevano pesanti dubbi sull’equità della Lega:
- Cinque giornate di squalifica a Matteo Cosentino e Francesco Fossella, accusati di “comportamento offensivo e minaccioso” nei confronti dell’arbitro. In realtà, i due stavano semplicemente chiedendo spiegazioni su un episodio decisivo: l’arbitro ha interrotto l’ultima azione, un’occasione limpida da gol a tu per tu col portiere, che poteva portarci alla vittoria e potenzialmente ai playoff. La risposta del direttore di gara? Un atteggiamento arrogante e un secco “andate via”. A rendere il tutto ancora più surreale è stato il suo comportamento a fine partita: ha rifiutato persino di partecipare al tradizionale “terzo tempo”, un momento simbolico di rispetto e confronto tra le squadre. Un gesto che lascia trasparire un atteggiamento prevenuto e lontano dallo spirito sportivo.
- Due giornate di squalifica a Gabriele Laugelli per una protesta fatta da fuori del campo: un provvedimento assurdo, che dimostra come la Lega voglia punire chiunque osi esprimere un dissenso, anche quando non vi è alcun comportamento aggressivo.
- Tre mesi di squalifica al portiere Romolo Passafaro per delle proteste verbali, senza alcuna colluttazione fisica.
È chiaro che una squalifica fosse giusta, ma tre mesi rappresentano una punizione completamente sproporzionata rispetto alla gravità dell’accaduto. Neanche il ricorso è servito a ottenere giustizia, perché la Lega ha rifiutato di ascoltare il giocatore, dimostrando ancora una volta la totale mancanza di apertura al dialogo.
E se non bastasse l’ingiustizia, la beffa: nonostante il ricorso non sia stato minimamente preso in considerazione, la Lega si è comunque intascata i soldi della procedura, senza nemmeno concedere il diritto di replica all’atleta. Una vergogna assoluta che dimostra come il sistema sia costruito per punire senza possibilità di difesa.
La Vergogna dell’Allerta Arancione: Comunicato Modificato e Squadre Abbandonate
Come se le squalifiche ingiuste non bastassero, la Lega ha anche dimostrato una totale mancanza di rispetto nei confronti delle società e dei giocatori in occasione dell’allerta arancione, quando una partita doveva essere rinviata per motivi di sicurezza.
- Nel primo comunicato ufficiale della Lega, si dichiarava che, se entrambe le squadre fossero state d’accordo, la partita poteva essere rinviata.
- Una volta raggiunto l’accordo tra le due squadre per il rinvio ( la mattina precedente, con tanto di pec inviata), la Lega ha improvvisamente cambiato idea, modificando il comunicato ufficiale e togliendo la possibilità di posticipare la gara. Senza rispondere alla pec in cui si chiede il rinvio ( inviata da entrambe lo società)
- Abbiamo le prove fotografiche che dimostrano questa manipolazione, segno evidente di una gestione assolutamente poco trasparente.
- Quando abbiamo provato a contattare la Lega per avere chiarimenti, nessuna risposta: né via telefono, né tramite PEC.
- Abbiamo persino provato a chiamare il numero indicato nel comunicato ufficiale, ma nessuno ha risposto, mentre gli stessi dirigenti della Lega se ne sono andati a casa a causa dell’allerta arancione!


Per fortuna, il viaggio di un’ora in macchina non ha causato problemi alla squadra, ma il punto non è questo: il problema è l’incompetenza e l’inaffidabilità di un organo che cambia le regole a suo piacimento, manipola i propri comunicati ufficiali e non si assume alcuna responsabilità per le proprie decisioni.
Una Storia di Ingiustizie: La Partita Persa a Tavolino lo Scorso Anno
Come se tutto ciò non bastasse, questo non è certo il primo episodio di ingiustizia arbitraria che siamo stati costretti a subire.
- Alla prima giornata della scorsa stagione, la nostra squadra si è vista assegnare una sconfitta a tavolino senza alcun motivo valido.
- A un solo minuto dalla fine del recupero, l’arbitro ha deciso di mandare tutti negli spogliatoi a causa di un semplice battibecco tra due tesserati.
- Abbiamo davvero visto situazioni molto peggiori senza che ci fossero provvedimenti così drastici, eppure in quel caso l’arbitro ha deciso di applicare una sanzione estrema, privandoci del diritto di giocare fino alla fine.
Queste decisioni dimostrano ancora una volta come la gestione della Lega sia caratterizzata da incoerenza, favoritismi e punizioni a senso unico.
Di fronte a questi episodi, non possiamo rimanere in silenzio. Il calcio non può essere governato da decisioni autoritarie, prese senza alcun criterio logico e senza alcun dialogo con le società coinvolte.
Il calcio è di tutti, non di pochi burocrati chiusi nei loro uffici, che si permettono di giocare con il destino di squadre e giocatori.
Ogni anno le società sono chiamate, puntualmente e senza possibilità di deroghe, a versare la quota d’iscrizione al campionato. Peccato che la stessa puntualità non venga riservata dalla Lega nell’organizzazione della stagione: ogni anno l’inizio del campionato resta un mistero fino a pochi giorni prima, costringendo le società a navigare a vista, senza certezze e senza poter programmare con criterio la preparazione.
Questa gestione dilettantistica, che sembra ignorare totalmente le difficoltà e i sacrifici di chi porta avanti il futsal in Calabria, sta lentamente ma inesorabilmente uccidendo il movimento. Non servono slogan o proclami: i numeri parlano chiaro. Quest’anno, nella C2, dal capoluogo di regione erano presenti solo due squadre. Un dato che dovrebbe far riflettere, ma che evidentemente non interessa a chi è chiamato a gestire.
Se la Lega continuerà a trattare le società come semplici bancomat, senza rispetto per il lavoro quotidiano che c’è dietro ogni squadra, il futsal calabrese è destinato a sparire. È ora che qualcuno si assuma le proprie responsabilità e inizi a lavorare con serietà per costruire, non per distruggere. (Italia90 Roccelletta)