A pochissimi giorni dall’inizio della stagione sportiva 2019/2020, il Direttore Generale della Magic Crati Futsal, Paolo Barbarossa, che si appresta a vivere il suo 43° Campionato, ha rilasciato per la stampa la seguente intervista:
Un veterano come Lei, come si appresta a vivere l’inizio di una nuova stagione sportiva, esattamente la n° 43?
La voglia, la passione, il confronto con me stesso e con gli altri, sono emozioni esattamente uguali in tutte le stagioni sportive vissute non fosse altro perché, senza tralasciare gli aspetti professionali che vanno chiaramente messi in campo, ho visto il futsal sempre sotto il suo aspetto più bello ed aggregante: “il giuoco”.
Direttore ci dovrà pur essere differenza tra la sua prima stagione sportiva e quella che bussa alle porte?
La differenza sta nello sguardo, si nello sguardo! In quella prima stagione era uno sguardo curioso per certi versi forse anche un po’ scettico, traballante tipico del principiante, avventuroso. Lo sguardo di oggi è attento, vigile, fiducioso, sottile, aperto a tutti gli orizzonti, attento ad unire anime, tradizioni e culture diverse, più maturo.
Prima di chiederLe qualcosa sulla prossima stagione vorremo, seppure sinteticamente, tracciare un passaggio della sua lunga carriera in questa disciplina per la quale Lei è tra quelli che possono vantare una primogenitura!
Dobbiamo tornare indietro di parecchio esattamente al 1977 quando l’incontro con il campione internazionale di tennis, Nicola Pietrangeli, mi consentono di approcciarmi all’allora calcetto, quindi poi la nascita della FICt (Federazione Italiana Calcetto) e l’assorbimento nella Lega Nazionale Dilettanti con la nascita della Divisione Calcio a 5, la nomina a Presidente Nazionale della Commissione Calcio a 5 dell’AICS. Tra tutte queste fasi vi è la partecipazione ad 1 campionato europeo del Csit, 2 Campionati di Serie A1, il prossimo di A2, 11 Campionati di Serie B e poco più di una ventina in C1 ed a fasi. Ma soprattutto in questo lungo arco ci sono dirigenti e centinaia di giocatori che hanno rappresentato fotogrammi della mia vita ed ognuno di loro occupa uno spazio nell’album dei ricordi ma soprattutto nel cuore.
Direttore Barbarossa veniamo al prossimo Campionato della Magic in A2 quali sono le aspettative?
A noi, come è giusto che sia, spetta recitare il ruolo da neo-promossa e per questo ci siamo attrezzati ed organizzati. Leggo da più parti che ci inseriscono nel gruppo delle favorite alla vittoria finale del girone, aspetto che se da una parte ci lusinga dall’altra non ci scalfisce più di tanto perché conosciamo bene il Campionato che ci attende ed il ruolo che ci compete.
Sicuramente, il presidente Reda ed il DS De Domenico hanno allestito una squadra apprezzabile, di categoria, ma è anche un roaster rinnovato per l’80% che conseguenzialmente ha bisogno di rodaggio per esprimersi.
Avete puntato su Mister Barbuto. Marco è un allenatore, giovane, emergente, di fresca investitura del patentino di Serie A, un tecnico sul quale scommettere, al quale dare fiducia e soprattutto una grande opportunità. Personalmente lo considero preparato, aggiornato, umile quanto basta e nel contempo ambizioso, sono certo riuscirà anche quest’anno.
Questa Magic target A2 ha un suo punto di forza?
Certamente ed è quello di sempre: il suo presidente Ciccio Reda. La sua carica, la sua innata voglia di vincere o come dico io di “non perdere”, rappresentano l’arma in più che questa squadra ha messo in campo in ogni stagione sportiva, arma che ha fortemente inciso sul raggiungimento del traguardo andando anche oltre. Sono certo che il presidente con il suo modus operandi renderà grande anche questa stagione sportiva. Io personalmente lo ringrazio pubblicamente perché in un momento personale di grande sconforto che mi stava allontanando anche dal futsal lui mi ha ritirato dentro per i capelli, mi ha voluto al suo fianco con l’intento di percorrere insieme una lunga strada.
Qual è la medicina per essere così motivati ed entusiasti anche dopo 43 anni di attività?
L’umiltà di rimettersi sempre in discussione, non pavoneggiandosi di essere stati in serie A per cui non si possa ricominciare dalla serie D. Solo così potremo capire se il successo è stato un particolare momento di fortuna o è frutto di capacità, solo così potremo dire senza poter essere smentiti “dove gli altri sognano di arrivare, io ritorno!” Ai giovani dirigenti voglio lasciare un mio personale consiglio: calatevi nella realtà e vivete il momento con spensieratezza adeguandovi all’età dei partecipanti senza lasciarvi prendere da quella sciocca ed il più delle volte stupida pedanteria di fare le grinze ed i capelli bianchi prima ancora di essere vecchi.
Scritto da: Comunicato Stampa